La Rocca di Meldola ha una storia travagliata:
passata di mano più volte, assediata
e conquistata da fazioni avverse,
depredata, danneggiata da un terremoto…
Edificata su un masso roccioso che domina
il paese, è una delle fortezze più grandi della
Romagna, e i meldolesi ne vanno particolarmente
fieri: il primo nucleo risale all’anno
mille quando l’Imperatore Ottone III e il Papa
Gregorio V ne concessero la giurisdizione agli
arcivescovi di Ravenna. Contesa fra la Chiesa
ravennate e il potere comitale locale, nel
1350 fu conquistata dagli Ordelaffi, nel 1359
il Cardinale Egidio Albornoz la riportò sotto il
dominio pontificio. Nel 1379 passò ai Malatesta,
poi arrivarono Cesare Borgia (nel 1500) e
i Veneziani (dal 1503 al 1509).
Nel 1518 Leone
X donò il feudo ai Pio da Carpi; il Conte Leonello
trasformò la rocca nella sua principesca
dimora. Nel 1597 l’ultimo discendente dei Pio
vendette il feudo di Meldola ai principi Aldobrandini
e successivamente venne trasmesso
alla famiglia Pamphilj.
Nel corso dei secoli la Rocca fu più volte ampliata,
rafforzata, abbellita, diventando una
delle dimore nobili più ragguardevoli del territorio.
Poi iniziò il declino: a fine Settecento
fu depredata dalle truppe napoleoniche, e nel
1870 un forte terremoto la lesionò seriamente. Rimasta a lungo abbandonata
all’incuria, nel 1995
fu acquisita dal Comune di
Meldola, che ha avviato il restauro,
ancora in corso. Per
questo la fortezza è aperta
al pubblico solo in occasioni
particolari (in alcuni periodi
dell’anno si organizzano al
suo interno concerti e spettacoli),
e normalmente si può
vedere solo dall’esterno.
Ma anche così appare evidente
la sua imponenza, con
le possenti mura di cinta ‘a
scarpa’ che custodiscono
edifici e le corti interne, una
delle quali arricchita da cipressi.
Inconfondibile il profilo
della torre campanaria
decorata da merli e beccatelli
e del mastio.
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Meldola Ex Ospedale del Santissimo Crocefisso
L’edificio, progettato nel 1604 da Giambattista Aleotti detto l’Argenta, su commissione del cardinale Pietro Aldobrandini, inglobò una preesistente struttura ospedaliera di origine medioevale e l’annessa cappella del Santissimo Crocefisso, nota popolarmente col nome di Chiesina dell’Ospedale. All’interno della cappella è visibile nel presbiterio un pregevole ciclo di affreschi di anonimi pittori romagnoli, databile fra la fine del ‘400 e il 1508.
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Meldola Ponte dei Veneziani
Fu costruito nei primi anni del Cinquecento, durante la breve dominazione veneziana, ed è costituito da cinque arcate a tutto sesto. È stato ricostruito a seguito della seconda guerra mondiale.
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Meldola Teatro Dragoni
Delizioso teatro con tre ordini di palchi, tredici per piano, e loggione, è caratterizzato da un’eleganza sobria ed essenziale che rende armonico l’insieme. Costruito a partire dal 1827, i lavori furono ultimati nel 1877 con l’esecuzione delle parti decorative ad opera del pittore bolognese Luigi Samoggia. All’inizio degli anni Ottanta è stato restaurato ed è tornato pienamente in funzione.
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Meldola Arena Hesperia e Museo del baco da seta
Nei secoli passati Meldola fu ai vertici della produzione mondiale di seta, gareggiando con Cina e Giappone. Il Museo del baco da seta - dedicato a Ciro Ronchi, grande filandiere meldolese – documenta questa importante tradizione locale. La sua sede si trova in un’ala del quadriportico che ospitava il mercato annuale dei bozzoli della seta ed inoltre il Mercato delle Erbe, la Pesa Pubblica e la Pescheria. Qui durante l’estate si svolgono spettacoli e proiezioni cinematografiche e lo spazio è stato denominato Arena Hesperia, in onore della diva del muto originaria di Meldola.
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Meldola Borgo e Castello di Teodorano
A circa 10 km da Meldola, lungo la strada per Montecavallo si incontra il suggestivo borgo di Teodorano, che domina la Valle del Voltre. Il borgo cittadino è racchiuso dalla cerchia delle mura medievali, su cui si eleva la Rocca le cui origini risalgono al secolo XI. La cinta muraria e i bastioni sono stati oggetto di un recente restauro.
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Meldola Riserva Naturale Bosco di Scardavilla, Museo di Ecologia e Centro Visitatori
La Riserva Regionale, con i suoi quindici ettari di querceto, è la straordinaria testimonianza dell’antica selva che nei tempi remoti ricopriva la maggior parte del territorio circostante. Nella riserva sopravvivono anche i due nuclei dell’antico insediamento monastico di Scardavilla (la cui esistenza è attestata fin dal XIII secolo). Il Centro Visitatori della Riserva è nel Museo di Ecologia “Mirco Bravaccini” ospitato nella chiesa della Madonna del Sasso nel centro storico di Meldola.
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Meldola Rocca delle Caminate
A metà strada fra Meldola e Predappio, si trova la Rocca delle Caminate. La Rocca ebbe la massima importanza nel periodo rinascimentale. Nel ventennio fascista fu restaurata e donata a Benito Mussolini come residenza estiva. Oggi è un Centro di Alta Formazione, sede del Tecnopolo di Forlì-Cesena.